Attiva con diverse iniziative da più di un anno, la Carolina Zani Melanoma Foundation ha deciso per la prima volta di sostenere un progetto universitario di grande prospettiva, che potrebbe fornire uno strumento in più a favore di una prevenzione capillare del melanoma. Nella mission della Fondazione, che è quella di combattere il melanoma attraverso diverse aree di intervento, la ricerca scientifica rappresenta sicuramente uno degli strumenti principali da sostenere, con un ruolo di primo ordine. Ed è proprio per questo che, attraverso ben due donazioni da 5 mila e 10 mila euro, la Fondazione si è mossa a sostegno di paMELA, il progetto di un gruppo di giovani ricercatori e studenti, il quale ha l’obiettivo di sviluppare una sonda a basso costo per lo studio e l’individuazione precoce di melanomi cutanei. Proprio i costi così abbordabili di questo strumento diagnostico – afferma Mariangela Ferrari, vice-presidente della Carolina Zani Melanoma Foundation – «potrebbero permettere di porre questa sonda diagnostica a disposizione di tantissimi centri, consentendo diagnosi più accurate e precise su larga scala».
L’iniziativa di supporto economico si inserisce nella prospettiva generale di un più ampio intervento della Fondazione a sostegno della Ricerca Scientifica; continua infatti Mariangela Ferrari: «abbiamo anche l’idea di sostenere posti di dottorato, vogliamo promuovere e finanziare laboratori e centri di Ricerca, ma anche sostenere la formazione universitaria e post-universitaria».
Il progetto rientra tra i cinque selezionati nella terza call di BiUniCrowd, programma di finanza alternativa lanciato dall’Università di Milano-Bicocca, che sostenendo l’innovazione e lo spirito d’impresa dei giovani, ha permesso l’incontro tra la Carolina Zani Melanoma Foundation e il progetto paMELA, e che può rappresentare un’occasione importante per imprenditori e donatori di incontrare progetti meritevoli di investimenti e sostegno. In merito all’iniziativa di crowdfunding conclude così la vice-presidente: «credo che sia un’iniziativa molto positiva, soprattutto perché può avvicinare i cittadini alla Ricerca Scientifica. Spesso nello svolgimento del mio lavoro ho la sensazione che la Ricerca sia sempre qualcosa di troppo distante dalla popolazione e percepisco quanta fatica si fa per comprendere l’importanza. Per questo credo che BiUniCrowd sia uno strumento importante, permettendo a tutti di dare il proprio contributo; le gocce fanno il mare».